sabato 22 febbraio 2014

I TT.....terrible 2, ma anche 3

Dicesi TT, ovvero terrible twos, quella fase di capriccio continuo e negazione dell'autorità genitoriale, che quasi ogni bambino attraversa all'incirca tra i 18 mesi e i 3 anni e che dura all'incirca un anno......
chi ha dato questa definizione mente sapendo di mentire!
Non è vero che dura un anno e non è così "soft" come si legge in giro. 
"E' un'affermazione di indipendenza", "E' il loro modo per testare fino a che punto possono spingersi", "Si sta formando il loro carattere". 
Esticazzi!
Non c'è giorno che non ci siano scontri e discussioni, o meglio, monologhi, visto che, come ho detto nel post precedente, non c'è modo di comunicare con una nana isterica.
Ho provato tutti i metodi e ho cercato di evitare tutto ciò che viene "vivamente sconsigliato".
Ho cominciato con il dialogo: come già detto gli unici canali aperti in caso di capriccio sono quelli lacrimali.
Ho tentato con il "calmati e rifletti": si prende il bambino, lo si mette in un'altra stanza e gli si dice di riflettere su quello che ha fatto/non ha fatto e una volta che si sarà calmato potrà tornare da voi sereno e remissivo. Questo metodo funziona solo se siete a casa vostra, non avete un cazzo da fare per le successive 4 ore e vostro figlio non cammina. Ma visto che la crisi avviene di solito quando siete in coda alle poste con la macchina in doppia fila, non è applicabile quasi mai.
Ho cercato di evitare i "no": pare sia meglio non iniziare una frase con una negazione. Invece di dire "non picchiare i bambini più piccoli" bisognerebbe dire "prova a fargli una carezza". Ok ora trovatemi un modo per dire "non sputare, non allagare il bagno, non lanciare pezzi di lego per aria, non leccare le finestre....".
Ho provato ad assecondare i suoi desideri: ci può stare che preferisca mettere la maglia rosa piuttosto che quella grigia, ma non che adesso voglia quella rosa....ora quella grigia...no avevo detto rosa....no grigia!.....e  se invece metto quella blu? E soprattutto non è possibile che esca scalza e senza giacca quando fuori ci sono 6 gradi!
Visto che tutti questi metodi sono miseramente falliti sono passata al lato oscuro e ho cominciato ad utilizzare tutto quello che nei manuali più accreditati è collocato sotto la scritta "da non fare MAI".

Urlare: so che bisognerebbe usare un tono di voce calmo e rilassato, ma se sussurro mi riesce difficile farmi sentire da una che emette suoni a 8mila decibel. In ogni caso non è un metodo utilizzabile in pubblico (sguardi sconvolti dei passanti) e il più delle volte non sortisce alcun effetto e in genere la nana ricorre al metodo "calmati e rifletti" con la sottoscritta (Mamma ok, ma  CALMATI!).
Le minacce: in realtà si possono usare a patto che poi possiate rispettare quanto prospettato. Per esempio non è il caso di dire "se continui a lanciare il cibo in terra ce ne andiamo" mentre siete al ristorante con altre 8 persone e ancora nessuno ha cenato, perchè è difficile prendere e andarsene con un "il pupo rompe ci si vede un'altra volta, buona serata". Ma anche quando la minaccia è attuabile a volte forse si sceglie quella sbagliata. Non ha senso dire ad un bambino che non vuole andar via da una festa "se non obbedisci ti lascio qui e me ne vado" perchè è esattamente quello che vuole!
Lo scapaccione: ovviamente la violenza fisica è caldamente sconsigliata oltre che controproducente. Siccome la mia intenzione non è quella di fare male, ma solo porre fine alla tragedia, la poca forza che metto nel gesto è fonte di grande ilarità per la fanciulla incazzosa, che passa da un pianto disperato a grasse risate col chiaro intento di prendermi per il culo. Oltretutto il pargolo si sente legittimato ad alzare le mani a sua volta e, mentre voi avete l'accortezza di dosare la forza, lui non ci pensa nemmeno e con tutta l'energia della giovinezza vi colpirà con una manata in faccia che nella migliore delle ipotesi vi lascerà con delle ferite guaribili in una settimana.
Il contenimento: bloccare fisicamente la nana malefica mentre scappa per non farsi vestire può sembrare una buona idea, se avete la stessa prestanza fisica di Mike Tyson. Già 16 chili sono impegnativi da sollevare, se poi si agitano come Linda Blair nell'Esorcista avete risparmiato i soldi per la palestra.
Guardare un film: no, non lo dovete guardare voi, lo fate vedere al pupo. Pro: ipnosi istantanea e in genere al termine del film il bambino non si ricorda se e perchè un'ora e mezzo prima stava piangendo. Contro: non sempre funziona, non tutti riescono a stare fermi a guardare uno schermo per più di 10 minuti. Per fortuna non è il nostro caso. Un mesetto fa ho portato Silvia al cinema per la prima volta, a vedere Frozen. Lei è stata imbalsamata per un ora e 45 minuti rianimandosi solo per i 3 minuti di intervallo e io mi sono goduta finalmente un film della Disney con in braccio un validissimo pretesto.
E alla fine l'ultima spiaggia del genitore disperato, la bandiera bianca, il chiaro segno della sconfitta ricevuta e della battaglia persa:  il ricatto. "Se fai come ti dico ti do una caramella!". Ma ATTENZIONE! Il pargolo è astuto e molto spesso le caramelle diventano due, sei, centomila. Inoltre, anche se non è ancora in grado di bere da un bicchiere senza provocare un alluvione, è perfettamente conscio del principio azione-reazione. Rompo le balle - la mamma sclera - la mamma mi da una caramella - smetto di rompere le balle - la mamma crede di avere la situazione sotto controllo - dopo 30 minuti ricominciare la sequenza.


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