lunedì 9 luglio 2012

Incontri ravvicinati

Da quando è nata Silvia le mie prospettive sono decisamente cambiate. Vedo donne incinte e bambini ovunque. Forse ce n'erano tanti anche prima, ma io non li notavo. Una mamma tende a guardare sempre verso il basso, osserva i passeggini e i pupi e appena dopo qualche minuto, forse, per caso, osserva i genitori. 
Ieri sera eravamo a cena fuori, noi tre. Come al solito mollo la nana a terra mentre sistemiamo la seggiolina. Come al solito arrivano altri nani da altri tavoli a curiosare la nuova arrivata. Una in particolare si ferma a raccogliere sassolini vicino al nostro tavolo assieme a Silvia. Sembra vadano d'accordo e mi fa piacere che si tenga occupata in qualche modo mentre noi riusciamo a consultare il menù, senza una che ce lo strappa di mano. Arriva il padre della piccola (che scopro chiamarsi Emma) per riportarla al tavolo. Un tizio x, vestito anche maluccio, penso. La bimba non dà fastidio, anzi, così restano tutte e due a prelevare i sassolini e a portarmi questo generoso bottino. Dopo un po' arriva la mamma di Emma. Una frikkettona qualsiasi, mi sembra, non diversa dal compagno visto poco prima. Porta alla piccola una forchettata di cibo, che lei distrattamente addenta. Stessa scena ripetuta un paio di volte con alternanza papà/mamma.

Ad un certo punto la mamma, evidentemente stufa di fare avanti e indietro per nutrire la figlia, come qualsiasi mamma, si accuccia e implora la figlia di andare a mangiare ancora qualcosina. Approfitto per chiedere quello che chiedo sempre: "Quanto ha?". Mentre mi risponde mi degno di guardarla in faccia, visto che fino a quel momento avevo guardato solo sua figlia, e mi accorgo che la mamma di Emma è Elisa, quella che canta, quella che una volta ha vinto Sanremo. "Due anni e mezzo. E la tua?" "18 mesi" "Hanno giusto un anno di differenza". Fine dell'intervista. Dopo un po' è arrivata la nostra cena e, al contrario di Emma, Silvia al cibo non dice mai di no. Così la mamma di Emma è venuta a recuperare la figlia, l'ha rimessa seduta al loro tavolo, le ha piazzato davanti l'Ipad con un cartone Disney e ha tentato di farla mangiare, con scarsissimi risultati
Sinceramente mi sono sembrati una famiglia normale. Due che come noi da un po' non riescono a farsi una cena tranquilli e che, come molti genitori (non noi), devono trovare mille espedienti per far mangiare i figli. Che come noi si fanno i kilometri per inseguire una bambina che non ha voglia di stare seduta e che come noi devono vigilare affinché la nana non disfi il locale. Due che, forse, per una volta, guardando Silvia che trangugiava tranquillamente metà dei nostri piatti, avranno pensato "Beati loro!".


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