venerdì 8 marzo 2013

...il tempo è dei giorni che passano pigri...

Lo so, lo so sono sparita. Ma tra lavoro, bimba e Ruzzle non è che poi avanza tanto tempo per scrivere....
Siccome ho tante cose da raccontare e pochissimo tempo, cercherò di procedere in ordine di importanza.
Quindi partirò dal resoconto del nostro viaggio di nozze (quelle sono meno importanti quindi ne parlerò dopo...).
DESTINATION MAURITIUS.
Ci sarebbero così tante cose da dire che non so proprio da dove iniziare. Potrei iniziare dicendo che le cartoline che ho spedito a novembre non sono ancora arrivate e mai arriveranno, ma inizierò parlando del viaggio in aereo. 10, anzi 11 lunghe ore di volo, durante le quali sono riuscita a dormire forse 30 minuti e a guardare metà di "Scontro tra Titani 2", la fine di un film con Ryan Gosling di cui non ricordo il titolo e due volte "Sherlock Holmes-Gioco di Ombre" di cui ho capito poco. Marito e bimba, invece, hanno ronfato beatamente per quasi tutto il tragitto. Anche il mio enorme vicino di poltrona ha ronfato tutto il tempo emanando inoltre un tanfo allucinante. Silvia ha affrontato il suo primo trasferimento aereo come se lo facesse ogni giorno, sbuffando perchè lo schermino sul poggiatesta di fronte non era "touch"!


E' terribilmente strano decollare tra pioggia e freddo e atterrare sotto un caldo sole estivo, ma ancora più strano è partire dalla grigissima Malpensa e arrivare in un aeroporto che sembra la scenografia di un film Bollywoodiano!
Nel tragitto verso il resort ammiro lo stile architettonico locale. Mi colpisce la totale assenza di camini, intonaco, serramenti e parapetti. L'idea che mi faccio è che i mauriziani non se la passano troppo bene.

Ponteggio "alla mauriziana"
IL VILLAGGIO 
L'accoglienza al V-Club Le Flamboyant è calorosa, anche se dopo le suddette ore di volo e quel minimo di cambio di fuso orario sono alquanto rincoglionita. Mi offrono un bicchiere di roba arancione e un'asciugamanino umido, entrambi molto apprezzati anche se mi chiedo con che mano afferrarli visto che in una tengo un trolley e nell'altra una bambina di due anni.
La nostra stanza, come tutte quelle del villaggio, si affaccia sull'oceano. Senza troppe pretese, ma ordinata e pulita. Gli unici rumori che si sentono sono le fronde delle palme agitate dal vento e le onde che si infrangono al largo sulla barriera corallina. Insomma non proprio uno schifo...


La spiaggia è bianchissima e disseminata da frammenti di coralli che Silvia utilizza come macchinine (bruuum bruuuuum). L'acqua è molto bassa e calda, praticamente una gigantesca vasca da bagno. La presenza dei coralli sia sul bagnasciuga sia in mare non è così fastidiosa come pensavamo, si riesce benissimo a camminare scalzi, ma il fatto di esserci muniti di ciabattine adatte rende il tutto molto più confortevole. In ogni caso la parte di spiaggia di fronte al ristorante è sgombra da ogni tipo di asperità. 

V-Club Le Flamboyant
Silvia si ambienta benissimo nel sistema "villaggio turistico" che probabilmente le ricorda molto l'asilo nido. Sveglia, colazione, attività in spiaggia, pranzo, qualche canzone, riposino pomeridiano, piscina, cena, attività serali in teatro, nanna. Non ci sono molti altri turisti, il che ci permette di socializzare sia con gli ospiti che con il personale, animazione e non, presente nell'albergo.
A proposito di animazione.
Ammetto di essere partita molto prevenuta nei confronti dell'organizzazione quotidiana. Giochi in spiaggia, zumba, chitarrata, cabaret in teatro...non sono certo venuta fin quaggiù per perdere il tempo con passatempi da casa di riposo!
Bene. In 15 giorni non ci siamo persi nemmeno uno spettacolo serale, abbiamo vinto una gara di canoa e in un'altra siamo arrivati secondi, io e Silvia siamo diventate le regine dello zumba e quando si tratta di indovinare le sigle dei cartoni animati...LE SO TUTTE!
La verità è che, vabbè il relax, vabbè le escursioni, ma dopo un po' non è che ci sia tutto sto popò di roba da fare. E devo ammettere che agli spettacoli in teatro mi sono divertita davvero un casino! E so quasi a memoria la raccapricciante canzoncina della Valtur, di cui Silvia sa tutti i passi!


LE ESCURSIONI
Per riuscire a visitare le bellezze dell'isola e al contempo approfittare del sole e del mare, due settimane sono più che sufficienti.
I tassisti da queste parti non sono dei semplici autisti (anzi quello forse è proprio il loro ultimo pensiero), sono più delle guide turistiche tutto-fare. Vi portano a vedere i siti più interessanti, vi raccontano e spiegano la storia dell'isola, la splendida convivenza di tre religioni (induista, cattolica e musulmana), la varietà di piante che si possono incontrare, gli usi e i costumi della popolazione, il commercio, l'industria, le coltivazioni di canna da zucchero. Vi portano a vedere i templi più pittoreschi e non si limitano ad aspettarvi in macchina, ma insistono per spiegarvi come funzionano i riti locali e guai se ve ne andate senza avere fatto una foto ricordo!
Tempio di Belle Mare, statua di mucca sacra
Le abitazioni locali non sono trasandate come all'inizio mi erano sembrate, sono semplicemente "work in progress". Se i soldi non bastano a mettere le finestre, pazienza, si aspetta.
I prezzi sono pressapoco li stessi che abbiamo noi, solo che per racimolare uno stipendio medio deve lavorare tutta la famiglia. Ma non ho sentito lamentarsi nessuno. Forse avere sole e caldo 365 all'anno aiuta!
I paesi non hanno un vero e proprio "centro". Non esiste una piazza con municipio, chiesa, parco giochi, posta, caffè-ristorante, zona pedonale, centro commerciale, tempio e moschea. Ci sono tutte queste cose, ma sparse in giro per le varie strade e stradine.
Mercato di Flaq
La capitale è un po' più moderna, ma nemmeno qui abbiamo trovato un centro vero e proprio, fatto salvo per una piccola zona pedonale a ridosso del porto ricca di centri commerciali e negozietti. Altra cosa che i turisti sembrano apprezzare moltissimo (e gli autoctoni ci sguazzano che è un piacere) sono le magliette contraffatte. Ora...io già comprendo poco l'utilità di una polo che costa 70 euro o più solo perchè sopra c'è un signore su un cavallo che gioca con una mazza, ma il fatto di comprarne una che   "non è originale, ma è praticamente uguale e costa solo 65 euro"....mmm....non so ma il motivo mi sfugge. Il problema è che questo mercato è talmente diffuso che è pressochè impossibile trovare qualche souvenir locale, mi sentivo quasi idiota a chiederli. Mi sembrava di essere Brad Pitt in "the Mexican", avete presente la scena del noleggio no?
Abbiamo una Chrysler signore. Si, bè, bella, però.....una Chrysler la guido anche in America, non avete qualcosa di più ....mmmm.....messicano? Ehm...avremmo una ......El Camino, signore. Oh yeah, El Camino! 
Ecco ora immaginatevi la scena con una turista italiana che invece di una polo Ralph Lauren vuole un dodo di legno...

Port Louis, la capitale
Quindi lo shopping, è stato mio malgrado, molto limitato. Sono tornata a casa con un dodo di legno (alla fine l'ho trovato!), un paio di magliette, un copricostume, un magnete per il frigo dei miei e un paio di ciabatte numero 42 con la scritta Espana e il disegno di un toro (le mie infradito si erano disintegrate appena scesa dal taxi nella capitale!).

Giovani abitanti della capitale

Una via del centro di Port Louis

Scimmia sotto la statua del  Lago Sacro

Toilette della Rummeria

La spiaggia dell'albergo
Il rientro in patria vanifica tutti i 15 giorni di relax. 
Sveglia all'alba. Veniamo condotti sempre con i soliti pullman e per la stessa strada verso l'areoporto. Questa volta guardo con occhi diversi le casette raffazzonate della popolazione isolana. Quando ti svegli e davanti hai l'oceano e le palme, ma che te ne frega se la casa ha l'intonaco o meno??!!
Il piccolo aeroporto di Mauritius sarà grande forse un decimo della Malpensa, eppure è dotato di wifi gratuito e i bagni sono grandi come una sala conferenze dell'Hilton.
L'aereo è stracolmo e i marmocchi sembrano essere stati tutti raccolti nella sezione anteriore, subito prima della business class. Trascorriamo gran parte del viaggio tra lancio di pupazzetti e cibo, strilli e pianti disperati; capisco le turbolenze, ma è impossibile tenere fermo un pupo in braccio quando un secondo prima scorrazzava correndo su e giù per le corsie! Poche file più avanti rivedo il mio enorme vicino di poltrona dell'andata, completamente color aragosta fatta esclusione per il contorno occhi. 
Atterrati a Malpensa attendiamo per interminabili minuti il passeggino (che all'arrivo a Mauritius ci era stato diligentemente consegnato allo sbarco), per poi scoprire che bisogna ritirarlo tutto da un'altra parte. 
Avevamo lasciato l'Italia sotto la pioggia e così la ritroviamo. In due settimane non è cambiato molto.



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